Il manager del gruppo cinese
Altavilla (Byd): l’Ue ascolti il mercato, serve innovazione
L’industria del vecchio Continente è inquieta per le possibili guerre commerciali con gli Stati Uniti, dopo la minaccia di Donald Trump di aumentare drasticamente i dazi doganali sui prodotti europei, e per l’arrivo sempre più massiccio dei costruttori cinesi. Per fermare il loro strapotere tutti i costruttori — americani e europei — stanno mettendo in campo azioni difensive. General Motors, Ford, Bmw e Kia hanno annunciato di voler espandere la produzione di Ev (electric vehicle) in Messico; anche Elon Musk, padrone di Tesla, vuole installare una immensa manifattura nello stato latinoamericano. Ma le case di Pechino li hanno già superati, proprio il Messico è stato il secondo maggiore importatore di macchine cinesi, dopo la Russia. Alfredo Altavilla, special advisor per l’Europa di Byd, uno dei maggiori produttori della Cina di vetture elettriche e ibride, ha dichiarato che: «I cinesi vanno considerati per i modelli, non per i dazi che non servono a nulla». La prova arriva dai numeri del 2024 che hanno registrato, a livello globale, per Byd vendite per 4,27 milioni di unità, scavalcando Honda e Tesla. Il Green Deal europeo per Altavilla va verso «una sorta di suicidio assistito, è molto più saggio lavorare insieme ai fabbricanti asiatici». I dazi finora non hanno sortito alcun effetto influente ma hanno sicuramente rallentato il processo di innovazione e di scambi tecnologici con Pechino. Altavilla prosegue, spiegando che «l’unica strada che abbiamo in Europa per continuare ad avere una nostra competitività, vede la collaborazione proprio con la Cina che è molto avanti sia sullo sviluppo elettrico che sulla guida autonoma». E’ sempre il manager a chiarire che «andare contro il mercato si è perdenti per definizione, il settore automotive ha bisogno di una regolamentazione più intelligente. Se il nemico non possiamo batterlo è meglio allearsi con lui, questa è la risposta più saggia per l’industria europea».