La pressione dei consumatori e dei dipendenti, il rafforzamento della normative, il rating ambientale dei fornitori, la democratizzazione delle soluzioni per produrre pulito, il riciclaggio della plastica, questi sono alcuni dei problemi che dimostrano quanto il panorama industriale automobilistico è in profondo sconvolgimento. Stiamo assistendo ad un cambiamento culturale che proviene dalla nuova generazione di leader, quella nata nell’era post-petrolifera, cosciente che le risorse naturali sono limitate. In questa fase creare ricchezza senza consumare risorse aggiuntive è il nuovo obiettivo che impone, dal gennaio 2017 la legge sulla transizione energetica. La Francia e l’Italia ,ormai unite attraverso la formazione di Stellantis, stanno prendendo un vantaggio professionalizzando la decostruzione automobilistica. La fusione dei loro marchi – quasi tutti italiani- non deve vivere con antagonismo l’offerta che arriva dal mercato, al contrario, si deve intendere la quantità totale che il produttore – in questo caso Stellantis – è disposto a vendere ad un dato livello di prezzo. Il recupero di Renault, la sua diretta concorrente, grazie alla strategia applicata dal ceo italiano Luca de Meo, continua crescere . I risultati pubblicati nel bilancio 2023 – definiti storici – dimostrano un netto aumento del margine operativo e tutti gli indicatori sono in forte miglioramento. Il successo della nuova Clio, il dinamismo di Dacia, il suv elettrico Scenic vincitore “ dell’auto dell’anno 2024”, premio che arriva dopo 18 anni di attesa, e la ormai prossima commercializzazione della R5, faranno rivivere la forza della nostalgia e quella della tecnologia. Piace a prima vista perché, pur rispettoso del concept, il modello definitivo lo supera nella cura dei dettagli e nella creatività. In attesa della Renault Rafale, proposta ibrida semplice o ricaricabile, con la sua atmosfera, il suo silenzio, il suo confort, non è solo un suv coupé dalle pretese dinamiche, è una Renault che può ospitare 4 persone in “ business class”.