Quando devi intervistare un’influencer hai sempre un po’ la difficoltà di dover accantonare per un attimo l’immagine e guardare solo all’anima di chi ti trovi davanti. Valentina Ferragni, la sorella minore della più nota imprenditrice digitale Chiara, arriva nell’headquarter di famiglia, Palazzo Parigi, il bellissimo hotel di Milano che spesso ospita le sorelle nei momenti conviviali con gli amici o per lavoro.
Non ha ancora 30 anni Valentina, minuta e aggraziata, si presenta vestita in un completino bianco che la rende ancora più luminosa, un’apparizione quasi angelica con i suoi capelli biondi e gli occhi celesti che sono ben radicati nel dna di queste sorelle che sono le protagoniste indiscusse dei social italiani. Con orgoglio mi presenta Alessandra Osio, Brand Manager di Valentina Ferragni Studio, con cui condivide il progetto che l’ha trasformata da talent a imprenditrice. “Alessandra è la mia partner , abbiamo la stessa età e ci siamo trovate a lavorare insieme scoprendo di essere molto simili. Ci tengo davvero che si sappia quanto fa per il nostro progetto e di come lavoriamo bene in team”.
Valentina Ferragni Studio è la società che ha lanciato la linea di gioielli di cui la digital influencer è designer e owner. In vendita on line sul sito www.valentinaferragnistudio.com e distribuito in 400 gioiellerie è un progetto che in soli due anni è cresciuto oltre le aspettative.
Prima di tutto ti chiedo se c’è una domanda che non ti devo fare…
Puoi chiedermi tutto! Non ho segreti e soprattuto sono così entusiasta del mio progetto che voglio che le persone mi conoscano senza filtri, comprendendo anche le difficoltà di chi si appresta a mettersi in gioco e assumendosi le responsabilità del caso.
Siete un team tutto al femminile ?
Si siamo tutte donne under 30. Non è stata una scelta, amiamo il supporto che c’è tra donne. Le ragazze che si sono proposte per lavorare con noi sono giovanissime, a volte entrano con uno stage post universitario e poi sono assunte. Probabilmente il mondo del gioiello attrae maggiormente un pubblico femminile e quindi anche lavorativamente viene fatta una selezione naturale.
Perchè un gioiello e non una borsa?
Io da sempre ho una grande passione per il design, come consumatrice, con il mio lavoro mi sono trovata a lavorare per un’azienda che fa gioielli e con loro avevo ideato due capsule collection create da me. Un progetto in cui non avevo messo solo la firma, ma ho avuto carta bianca e mi hanno introdotta in un mondo che non conoscevo e che mi ha appassionato. E’ stata una vera e propria formazione tra metalli e pietre preziose . Da li è nata con Alessandra l’idea di creare qualcosa di nostro, qualcosa che fosse diverso, riconoscibile e che speravamo fosse in sinergia con la mia personalità.
La prima collezione è stata un orecchino, come mai hai scelto proprio questo?
L’orecchino è il bijoux che più mi rappresenta, io ne indosso tantissimi. Inoltre è un prodotto unisex e quindi non aveva una collocazione di genere. Siamo partiti disegnando su un post it giallo la nostra idea e poi abbiamo cercato un produttore che ci certificasse che si trattava di una produzione completamente made in Italy. Per me e Alessandra è stato da subito il punto fondamentale perchè a volte nel nostro paese viene dato per scontato ma all’estero l’artigianalità di un prodotto fatto a mano in Italia è un valore aggiunto. Così è nato UALI, un orecchino colorato in argento placcato oro 24 carati che si combina e si adatta a qualsiasi look. Da li abbiamo creato anche l’anello MIA e i bracciali. Ci rechiamo spesso ad Arezzo dove si trova il laboratorio di produzione per seguire i processi di lavorazione e scegliere i materiali che daranno vita alla collezione.
Non ti ha dato fastidio che tua sorella Chiara abbia creato una linea di gioielli che in qualche modo potrebbe essere in concorrenza con la tua?
No assolutamente! Anzi posso dire che in questo caso sono io che l’ho influenzata? (ride) Vedendo il successo del mio brand e di come ero soddisfatta dopo il primo anno, mi ha chiesto consigli su come avessi trovato il produttore e sul packaging. Per me è stata una piccola soddisfazione perchè ovviamente mia sorella è stata la mia guida e la fortuna è che siamo sempre state molto unite. I miei genitori ci hanno insegnato a supportarci e a non essere in competizione tra noi. I momenti di difficoltà ci sono stati, ma continuiamo a spalleggiarci una con l’altra e di questo mi rendo conto sono molto fortunata.
Il cognome Ferragni è conosciuto per Chiara più che per tuo padre… come l’ha presa lui?
Oramai ci ride sopra! Mi dice che una volta se metteva il suo cognome su google veniva fuori il suo studio dentistico, ma ora si deve cercare dopo pagine e pagine ! E’ molto orgoglioso di noi, così come nostra madre. Sono fiera di essere la sorella di Chiara Ferragni, io sono la più piccola e mi ricordo quando lei ha iniziato a fare questo lavoro che le facevo le foto, mi sento in qualche modo partecipe del suo successo. Siamo molto legate, non ci siamo mai scontrate.
Sei giovanissima eppure hai fatto già tante cose. Da quanto tempo lavori?
Lavoro da 7 anni, sono stati molto intensi, un percorso che mi ha dato la possibilità di fare e vedere cose bellissime. Una fortuna certo, ma in molti non vedono l’impegno e la fatica che ci si mette nel creare qualcosa di tuo e che si basa sulla tua immagine. Il digitale è come il cinema, non si vedono i mesi in cui si girano le scene, ma solo il film finito. Ecco lavorare in questo mondo è un po’ così, facciamo vedere solo il bello perchè è quello che la gente vuole. Instagram è un contenitore del bello.
Che rapporto hai con i tuoi followers?
Ho un buon rapporto, mi chiedono spesso consigli. Con i detrattori ho imparato a conviverci, anche se ancora oggi alcuni commenti fanno male. La cosa che mi sorprende, riferendomi a quanto detto prima, è come restino sorpresi dalla mia vita “normale” quando pubblico storie del mio quotidiano. Molti sono quasi delusi se mi vedono al supermercato o nella mia casa che è normalissima. Si sono fatti l’idea che tu sia miliardario con questo lavoro e che devi vivere sopra le righe. Lavorare in maniera indipendente è molto difficile, devi ogni giorno metterti in gioco e sapere che non c’è uno stipendio fisso. Io sono orgogliosa di dare lavoro a quattro persone ma ovviamente sento anche il peso della responsabilità di dare continuità a quello che faccio.
Il tuo rapporto con la sostenibilità?
Pensare al pianeta è una responsabilità di tutti e ognuno di noi nel nostro piccolo può fare qualcosa. Con Valentina Ferragni Studio abbiamo ad esempio scelto un packaging sostenibile, senza plastica e con solo carta riciclata. Abbiamo inoltre lanciato gli Scooby-doo Kate, una limited edition che può essere usata come bracciale o cavigliera realizzato con filati intrecciati ottenuti al 100% dal riciclo di bottiglie di plastica. Personalmente invece cerco di farmi portavoce di progetti sostenibili offrendo la mia visibilità sui social e dare il mio contributo a diffondere messaggi che portino in questa direzione. Gli abiti che non uso più li rimetto in circolo vendendoli su Vestiaire Collective o Vinted oppure regalandoli ad amiche. Amo comprare anche nei mercatini vintage, spesso all’estero dove c’è molta scelta. Molte delle cose che ci vengono date per lavoro sono poi restituite quindi non si spreca nulla.
Come vedi il tuo futuro?
Oggi lo vedo roseo, non so se due anni fa avrei pensato la stessa cosa. Il lavoro mi ha aiutata a darmi sicurezza e ho imparato a non soffrire più per i giudizi delle persone. Sono circondata da una bella famiglia, ho dei nipoti bellissimi, uno in arrivo a breve da mia sorella Francesca. Certo l’aspettativa è alta per quando avrò dei figli miei! (ride). Vorrei far vedere alle persone che sono come tutti gli altri, che ho le mie ansie ma anche le mie soddisfazioni e per me condividerle attraverso i social è una cosa naturale. Non mi nascondo e non mi interessa essere famosa, mi interessa che il mio lavoro duri nel tempo.
Un sogno da realizzare: a chi vorresti vedere indossati i tuoi orecchini?
Premesso che ogni volta che vedo delle amiche o qualcuno che indossa le mie creazioni urlo di gioia e di soddisfazione, sarei felice se un giorno vedessi Hailey Bieber che indossa i miei orecchini UALI, per me lei è davvero bellissima.
Cristiana Schieppati, direttore del CHI E’ CHI, dopo il successo del format dello scorso anno con oltre 50.000 visualizzazioni su youtube, rinnova il suo spazio per raccontarsi “one to one” il tempo di un lunch.
Protagonista del secondo incontro è Cristiana Cavalli, figlia d’arte primogenita dello stilista Roberto Cavalli che ha debuttato con KRIMROSE, una linea di gioielli che ha al centro del progetto la positività e la forza femminile che diventano simbolo di rinascita personale
Cornice dell’incontro il ristorante Giannino dal 1899, uno dei più interessanti ristoranti di Milano in via Vittor Pisani 6. Un locale storico che ha animato le serate del jet set internazionale e che conserva le sue tradizioni interpretandole in chiave contemporanea.
Maurizio Lai, corporate chef di Milano e Londra, ha preparato un menù raffinato che valorizza gli ingredienti mediterranei e quelli della tradizione italiana. Lo chef propone in chiave attuale una cucina che è la congiunzione di esperienze asiatiche ma anche della sua terra d’origine, la Sardegna, il tutto interpretato a Milano.
Cristiana ha raccontato gli aspetti della sua vita privata, le difficoltà, il rapporto con il padre e la nuova sfida di creare un progetto tutto suo.
“I gioielli sono attuali, la moda in questo momento è un po’ in sofferenza, si pensa più al messaggio che alla collezione. Mi è piaciuta l’idea di creare un prodotto totalmente made in Italy, realizzato interamente a mano da un’azienda vicentina, che si adatti allo stile delle donne e le renda uniche “
Parlando del rapporto con Roberto Cavalli “Mio padre mi è sempre stato molto vicino, una presenza costante e affettuosa soprattutto nei momenti difficili. Per superare un grande dolore ci vuole l’amore della famiglia. “
Il video con l’intervista è divulgato sui canali del CHI E’ CHI : www.chiechi.it, @chiechi_crisalidepress, @cristianaschieppatireal , Youtube, Facebook #chiechi