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Ago 26 Ti serve ancora l’ufficio?

Da questa provocazione di Luca Brusamolino che chiede se

 

“L’emergenza Coronavirus ha costretto la maggior parte delle aziende a chiudere le proprie sedi e far lavorare da casa i propri dipendenti da un giorno all’altro. La nuova sfida per le organizzazioni è però quella di ricalibrare lavoro da remoto e in sede con la possibilità di valorizzare il vero smart working e fare saving sui costi immobiliari.”  io rispondo: sì l’ufficio è ancora fondamentale. Prima di tutto perché impone delle regole che tutti paiono aver dimenticato, in secondo luogo instaura dei rapporti indispensabili per lavorare. L’interscambio di pareri, di opinioni favorisce le scelte, stimola il confronto e la competizione, seleziona l’attenzione che a casa si disperde tra il pianto di un bambino e la pietanza che brucia sul fuoco. L’ incontro con un collega può far ricordare un impegno dimenticato, una telefonata da fare, può modificare un giudizio sullo sviluppo di una trattativa. La vita sociale è da sempre il posto di lavoro, non è la discoteca o il ristorante dove si può trascorrere una serata tra amici. Vi sono funzioni che impongono la presenza, nel rispetto di una scala gerarchica. Un capo sa distinguere, con uno sguardo, l’attitudine a svolgere una mansione, il comportamento nelle relazioni, può far salire di grado, per merito, verificando gli effetti, direttamente sul campo. Il Coronavirus è un’emergenza e tale deve essere considerata. Per risparmiare metri quadrati andremo incontro alla perdita di benefici sindacali e salariali, saremo tante partite Iva, personaggi che vivranno in un mondo virtuale, incontrollabile, invece che reale. I grattacieli di New York e le grandi città del mondo spegneranno le loro luci, solo gli uffici delle società potranno riaccenderle.

 

 

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