Un invito a guardare oltre il pregiudizio e a scoprire la forza e la bellezza di chi convive quotidianamente con l’HIV. Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, insieme all’associazione di volontariato Ri-scatti ODV, presentano la decima edizione della mostra fotografica RI-SCATTI. L’esposizione, intitolata “Somebody to love”, si concentra quest’anno sulle storie di otto persone con HIV che hanno scelto di raccontarsi attraverso la fotografia. L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s, è realizzata in collaborazione con ASA – Associazione Solidarietà AIDS ODV, CIG Arcigay Milano ODV, Fondazione LILA Milano ETS e Milano Check Point ETS, e grazie a LCA Studio Legale, sostenitore della programmazione annuale del PAC.
RI-SCATTI. Somebody to love sarà visitabile gratuitamente fino al 27 ottobre al PAC di Milano. Le foto e il catalogo sono in vendita e l’intero ricavato sarà devoluto alle realtà coinvolte per sostenere le loro attività a favore delle persone che vivono con HIV.
L’edizione 2024 di RI-SCATTI segna un traguardo importante: il decimo anniversario del progetto, nato nel 2014 con l’obiettivo di promuovere
il riscatto sociale attraverso la fotografia. Negli anni, RI-SCATTI ha raccontato storie di emarginazione e resistenza e affrontato tematiche scottanti – dalla prostituzione al cyber-bullismo, passando per la malattia oncologica in età pediatrica e i disturbi alimentari – dimostrando come l’arte possa offrire un’opportunità di espressione e rivalsa. Una sala speciale sarà dedicata alla celebrazione di questi dieci anni di successi, ricca di testimonianze e ricordi di coloro che hanno reso possibile le varie edizioni.
Da dieci anni, Tod’s sostiene l’Associazione Ri-Scatti che ha l’intento di promuovere i valori della solidarietà, sostenendo ogni anno una causa sociale differente. L’affiancamento decennale a Ri-Scatti ha lo scopo
di rafforzare il ruolo sociale del Gruppo che, da sempre, riconosce alla solidarietà una parte fondamentale del fare impresa, obiettivo che nasce dall’importanza del “restituire” al territorio parte di ciò che proprio la comunità ha permesso di raggiungere.