“È sicuramente positivo che siano stati varati i nuovi incentivi per i veicoli elettrici, cosa che del resto avevamo più volte richiesto, ma pensiamo che gli incentivi dovrebbero essere maggiormente finalizzati alla risoluzione dei problemi dei lavoratori. Anche in virtù della loro approvazione ci aspettiamo ora da parte di Stellantis una dimostrazione di forte responsabilità sociale, nei confronti dei propri dipendenti e di quelli dell’indotto. Oggi davanti al Ministero stanno manifestando i lavoratori della logistica di Melfi, che sono rimasti senza lavoro in seguito alla disdetta dei contratti: chiediamo a Stellantis e al Governo un intervento immediato”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, dopo l’incontro organizzato dal Mimit sul settore automotive.
“Il passaggio all’elettrico – puntualizzano Palombella e Ficco – è stato deciso dalla politica e dunque è necessario che ora sia la politica stessa a rendere accessibili i nuovi veicoli con incentivi pubblici adeguati. Sottolineiamo però che sarebbe giusto trovare un modo per riservare i soldi dei contribuenti ai veicoli prodotti in Italia o quanto meno in Europa nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo chiediamo a Stellantis, come a tutte le altre imprese che godono di sostegni pubblici, di dimostrare una forte responsabilità sociale verso i propri dipendenti e verso quelli del suo indotto”.
“Speriamo che nel rapporto con Stellantis – spiegano Palombella e Ficco – il Governo passi da una polemica confusa a una proposta concreta. Da Stellantis in sede sindacale abbiamo già ottenuto infatti una missione produttiva per tutti gli stabilimenti italiani e ciò rappresenta un punto di partenza prezioso, ma pensiamo che il suo piano industriale per l’Italia possa e debba essere completato e migliorato in alcuni aspetti ben precisi, fra cui particolarmente urgente sono l’individuazione di una nuova vettura per Mirafiori in sostituzione della gamma Maserati che sta uscendo di produzione, la conferma dei cinque modelli a Melfi e un intervento sulla joint venture ACC, che è impegnata a realizzare una gigafactory a Termoli con fondi pubblici ma ciò nonostante ancora si rifiuta di offrire garanzie occupazionali ai lavoratori attualmente impiegati nella fabbrica di motori”.
“La situazione più drammatica – concludono Palombella e Ficco – è senz’altro quella delle aziende dell’indotto, a partire dal distretto industriale di Melfi, per cui chiediamo un tavolo specifico, dalla Lear di Torino per cui c’è una discussione aperta presso il Mimit e da vertenze drammatiche che ereditiamo dal passato come quella di Termini Imerese e di Industria italiana Autobus. Ma in prospettiva molte altre situazioni richiedono una strategia industriale, come il caso esemplare della Bosch di Bari fortemente incentrata sulla produzione di componenti per il motore diesel. A Stellantis chiediamo responsabilità sociale verso il suo indotto, al Governo una politica industriale che supporti le imprese impegnate nelle riconversioni”.