Stellantis; Palombella (Uilm): “Urgente rilanciare il settore dell’auto a partire da Torino, senza risposte chiare la mobilitazione sarà nazionale”
“Né il tentativo di Urso, con le tre convocazioni della scorsa settimana al Mimit, né quello di Tavares, con l’incontro di mercoledì, sono serviti a farci sospendere lo sciopero di venerdì a Torino. Stellantis ci aveva assicurato che non avrebbe chiuso stabilimenti in Italia, che non avrebbe ridotto il numero degli occupati e che ogni stabilimento avrebbe avuto una missione produttiva eliminando la cassa integrazione. A oggi però purtroppo registriamo esattamente il contrario: in tre anni ha cancellato 10mila posti di lavoro diretti e migliaia nell’indotto e nella componentistica, ha chiuso e venduto uffici e sedi storiche, ha ridotto la produzione in ogni stabilimento con migliaia di ore di cassa integrazione. Il Governo continua a chiedere a Stellantis di produrre 1 milione di vetture all’anno, a fronte delle 500mila prodotte l’anno scorso. Come è possibile fissare un obiettivo così ambizioso con gli stabilimenti a marcia ridotta e con migliaia di lavoratori in cassa integrazione? E sull’elettrico cosa vogliono fare, marcia indietro? Il ministro Urso ha annunciato a febbraio gli incentivi e forse li vedremo tra un mese. Ma gli incentivi non saranno la manna dal cielo per risolvere i problemi, servono progetti, investimenti concreti e serve la responsabilità di tutti, non solo a parole”. Così il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella, a Torino in occasione dello sciopero.
“Siamo nella città simbolo dell’auto in Italia – aggiunge – che ha contribuito a rendere grande il nostro Paese nel mondo. Una città, però, che sta pagando un conto insopportabile. Stiamo ancora aspettando gli investimenti sulla produzione di un nuovo modello Maserati, promessi dopo la chiusura e la messa sul mercato dello stabilimento di Grugliasco. Tavares anziché minacciare di chiudere stabilimenti se arrivano i cinesi, favoriti dal Governo, faccia una scelta chiara e netta: riapra Grugliasco e riporti lì la produzione di auto”.
“La produzione a Mirafiori nei primi 3 mesi di quest’anno si è dimezzata: 12mila auto rispetto alle 26mila dell’anno scorso. I lavoratori di Marelli, Lear, Del Grosso, TNE e di tante altre aziende stanno scontando duramente le scelte di Stellantis e questo non è accettabile. L’incontro di due giorni fa con Tavares, guarda caso arrivato alla vigilia di questo sciopero, non ci ha dato le risposte che ci aspettavamo. Continuiamo a registrare annunci e tempi lunghi per poter vedere i risultati concreti sull’occupazione e sulle produzioni”.
“Ora è il momento di un impegno comune, che coinvolga tutti, per rilanciare l’auto a Torino e in Italia. Senza risposte concrete, lo sciopero di oggi a Torino sarà solo il primo passo verso altre mobilitazioni in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo”, conclude Palombella.