Quando, venerdì mattina, Alfredo Marin ci ha comunicato che Gianni, il suo papà, correva nelle immense strade del cielo, mi sono trovata ” in una selva oscura, che la diritta via era smarrita”. Un momento di confusione interiore, sull’orlo dell’inferno, con il timore di non saper gestire il dolore, troppo in una sola settimana. Marin é stato per me ” il dottore”, così lo chiamavo, quando parlavo con lui, in Via Vitruvio, negli uffici della Rusconi Editore, dove Edilio Rusconi gli aveva affidato la direzione di Gente Motori, il mensile che, negli anni 70, spiegava, alla gente comune, le caratteristiche di un’auto, senza fossilizzarsi sulle sue caratteristiche tecniche, rivoluzionando la comunicazione del settore. La redazione era costituita da Andrea Silvuni, Paolo Perduca, Eugenio Zigliotto, i “ragazzi” di Gente Motori, su cui Marin governava, era il padre/padrone, un burbero buono, un signore, amato e temuto di un mondo che fu. Nacquero i grandi raid in America, il continente che allora in pochi affrontavano, per testare le auto del gruppo Fiat che Mauro Coppini – un mitico capo ufficio stampa – che, con Riccardo Amerio, gli metteva a disposizione, facendo sognare i lettori. Marin anticipava i tempi, aveva attenzione per le donne, ho scritto diversi articoli per Gente Motori (Alessandra andava in Vespa a portarli al giornale, allora si scriveva sulla Olivetti e i testi andavano consegnati a mano, conservo ancora le copie originali della rivista) fino a quando, un giorno, mi disse “lei vede lontano, deve volare alto”. Per me alto significava il Corriere della Sera. Gli devo il sostegno che ha sempre dato al Chi è Chi, i consigli che mi ha regalato e, sopratutto, l’amicizia e l’affetto che mi ha sempre dimostrato, Buon viaggio “dottore”, aspetto di leggere un reportage.
Bianca Carissima, non sapevo del saluto di Gianni, Amico da sempre di Volvo, certamente negli anni dove alle PR c’ era Alberto Armaroli. Mi sembra che i raid negli USA non fossero patrimonio FIAT. La più profonda partecipazione alla Signora Bruna, tante volte con noi, assieme a Gianni e ad altri Amici della stampa motoristica, Cetta, Nobis, altra importante, al Volvo Grand Prix di Tennis al Madison di New York, più volte nei primi anni ottanta. Vorrai perdonare la precisazione, comunque, a mio parere dovuta.
Essenziale e profondo ritratto di un gran personaggio.
Mi insegnò la professione senza mai salire in cattedra.
Stima e riconoscenza senza tempo.
Gianni Marin è stato il mio primo direttore. Tra i tanti ricordi, un momento lieto. Era il 12 maggio 1981, ero arrivato in Rusconi da soli sei mesi. Gianni volle festeggiare il 50esimo genetliaco con le sue redazioni sulla terrazza annessa alle redazioni in via Vitruvio, nella storica sede dell’Editrice. Un quarto di secolo più tardi, diventato a mia volta direttore di Gente Motori, mi commossi quando ricevetti le sue congratulazioni. E nella primavera del 2012, quando festeggiammo i 40 anni della testata, si aprì in una toccante intervista, doveroso omaggio al direttore-fondatore. Un grazie di cuore, Gianni, certo che vorrai continuare anche Lassù la saga dei tuoi Grandi raid…
[…] “Marin anticipava i tempi, aveva attenzione per le donne, ho scritto diversi articoli per Gente Motori (Alessandra andava in Vespa a portarli al giornale, allora si scriveva sulla Olivetti e i testi andavano consegnati a mano, conservo ancora le copie originali della rivista) fino a quando, un giorno, mi disse “lei vede lontano, deve volare alto”. Per me alto significava il Corriere della Sera” (Qui l’articolo integrale di Bianca Carretto) […]