“Ogni mese vendiamo più di quanto riusciamo a produrre – esordisce così Stephan Winkelmann, presidente e ceo di Lamborghini – la lista di attesa supera l’anno e non accenna a diminuire la voglia di acquistare le nostre vetture. Un fattore molto importante che conferma il valore del marchio”. Siamo a Modena, in occasione della Motor Valley, la manifestazione che festeggia l’auto italiana, le conseguenze della guerra in Ucraina sembrano non toccare i prodotti del lusso e il Covid pare un ricordo del passato: Lamborghini ha consegnato, nel 2021, a livello gloale, 8.405 unità, il 13% in più dell’anno precedente, di queste ben 5.021 sono state le immatricolazioni che riguardano il suv Urus, un successo incredibile che ha attirato una clientela anche femminile. A Sant’Agata Bolognese, dove ha sede la società è stato registrato un fatturato di 1,95 miliardi di euro, con un utile operativo di 393 milioni di euro (+ 49% rispetto al 2020) ed un margine che ha superato il 20%. Nessuna conseguenza arriva dalla carenza di componenti: “Grazie al nostro margine elevato e i volumi bassi, abbiamo una corsia privilegiata all’interno del gruppo Volkswagen (a cui Lamborghini appartiene), per cui ci vengono forniti i semiconduttori necessari per accelerare al massimo la filiera produttiva”. E per quanto compete lo sviluppo di elettrificazione, è sempre Winkelmann a precisare che: “siamo abituati ad accettare le sfide, il legislatore ha chiarito il processo che riguarda le emissioni per i prossimi anni, questo ci ha dato la forza di cambiare registro per mantenere l’entusiasmo per il nostro prodotto, non solo nei confronti di chi se lo può permettere ma anche per i milioni di fan che abbiamo in giro per il mondo”. La casa del Toro può affrontare serenamente il suo futuro più sostenibileche parte da circa due miliardi di euro, il piano di investimenti più elevato della sua storia, per continuare a crescere, con una potenza progressiva. Continua l’aggiornamento della gamma, dovrebbe arrivare anche un 4×4, a breve un’ulteriore versione della Urus e il mitico motore V12 sarà ancora presente per buona parte del decennio. “Il primo passo è l’ibridizzazione di tutta la gamma tra il 2023 e il 2024, questo ci aiuta a ridurre le emissioni del 50% di Co2, con la promessa che le vetture di prossima generazione saranno ancora più performanti di quelle di oggi, con uno stile nuovo anche della carrozzeria, cercheremo di unire i vantaggi di una Gt con quelli di un suv. Desideriamo continuare a creare emozioni, come abbiamo sempre fatto con i motori a combustione. Stiamo cercando di concretizzare un’idea, senza sapere ancora se sarà perseguibile nel domani: vogliamo avere a listino due supersportive ibride anche oltre il 2030 grazie alla benzina sintetica che ci consente di avere emissioni molto basse. Al momento non conosciamo ancora se vi sarà un quantitativo abbastanza importante di questo carburante per soddisfare le esigenze di tutti i costruttori e abbiamo necessità che il legislatore ci segua su questo indirizzo.” Cambio di strategia anche per ciò che riguarda il fashion,“ nel 2008 abbiamo iniziato a lanciare colori opachi, anche se in termini di industrializzazione le fasi sono più complesse. Oggi offriamo un pannello di ogni tonalità possibile, un’ opportunità che piace molto alla nostra clientela, è parte della personalizzazione della macchina, del successo del nostro programma di individualizzazione.”