Carlos Tavares, il ceo di Stellantis, nel giro di pochi giorni smentisce se stesso. Se, poco più di qualche settimana fa, aveva visto nei costruttori cinesi una minaccia per tutta l’industria automobilistica, dichiarando che “ se perderemo quote di mercato in Italia, avremo bisogno di meno stabilimenti”, ieri ha annunciato che il suo partner Leapmotor (considerato uno dei più insignificanti costruttori della repubblica di Pechino, lo scorso anno ha consegnato 144mila unità in Cina) avrà le porte aperte in Europa, per cui anche nel nostro Paese. “Prima di essere sopraffatti – ha detto – è necessario essere opportunisti, cercando di seguire l’onda, ogni auto venduta dalla joint venture consentirà un miglioramento del nostro conto economico”. Lo scorso ottobre Stellantis aveva sborsato 1,5 miliardi di euro per acquisire il 21% di Leapmotor, che ora potrà beneficiare di tutta la rete di distribuzione e delle fabbriche europee, basandosi su almeno 200 concessionari coinvolti nell’operazione che, nel 2026, dovrebbero arrivare a oltre 500 punti di vendita. Da settembre saranno messi sul mercato i modelli elettrici T03 (una city car) e C10 (un suv famigliare), a cui farà seguito, ogni dodici mesi, per i prossimi tre anni, un nuovo veicolo. Oltre a problemi di carattere deontologico, il codice etico che dovrebbe appartenere ad ogni azienda, la T03 potrebbe scontrarsi con la Citroen C3 elettrica, il cui lancio è previsto nel giugno prossimo, i due marchi non solo potrebbero affrontarsi nello stesso segmento ma con un prezzo identico, intorno a 20mila euro. E Stellantis ha registrato, in marzo, in Europa, un calo di vendite del 8,7% , in un mercato sceso del 2,8%. Tutti i gruppi del Vecchio Continente sono in stato di allarme, l’arrivo di piccole vetture a zero emissioni, a basso costo, crea non poche paure. In molti chiedono all’Unione Europea di riflettere, aumentando i dazi doganali, rivedendo, inoltre, il divieto di commercializzazione dei veicoli termici dopo il 2035, pur considerando che mancano dieci anni alla data di scadenza di questa transizione. I sindacati della Fiom hanno immediatamente chiesto che “ la produzione e l’assemblaggio dei modelli Leapmotor siano realizzati negli stabilimenti Stellantis in Italia e che sia convocato il tavolo alla Presidenza del Consiglio con la presenza di Carlos Tavares .Stellantis ha una responsabilità sociale verso le lavoratrici e i lavoratori che, a differenza degli altri Paesi, sono in cassa integrazione, e quindi è necessario un piano con nuovi modelli, che garantiscano l’occupazione anche delle aziende della filiera della componentistica. La situazione di Stellantis, in Italia, è sempre più grave e continuano a non esserci risposte per le prospettive future: per questo è necessario dare continuità alla mobilitazione unitaria di Torino, con un’iniziativa di livello nazionale”. In questo panorama funesto si inserisce la storica fabbrica dell’Alfa Romeo di Arese, ormai inutilizzabile, poiché vincoli ambientali non consentono più l’assemblaggio di automobili.