In video conferenza stampa, Michele Crisci, presidente Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ha lanciato l’allarme: “a rischio il 15/20% dei 150mila lavoratori italiani del settore a causa della crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus”. Il mercato dell’auto ha registrato un calo, a marzo, dell’ 85,6% “le aziende non hanno più liquidità – ha sottolineato Crisci – ma le spese continuano ad essere presenti, servono almeno 3 miliardi di euro nei prossimi 18 mesi per assicurare una concreta ripartenza del settore”. Una richiesta di aiuto al Governo che deve intervenire con un piano organico e determinato per sostenere la ripresa, il presidente ha ricordato che “l’auto rappresenta il 10% del Pil del nostro Paese, siamo i primi contribuenti per lo Stato”. Due sono stati gli scenari ipotizzati, entrambi – anche quello più ottimista – drammatici: “se la ripresa avverrà a giugno o nel caso peggiore ad agosto il mercato nel 2020 vedrà un calo delle vendite del 30%”. Necessario, quindi, tutelare la stabilità dell’occupazione di tutta la filiera, salvaguardare l’industria con operazioni finalizzate al rilancio, dare continuità ai servizi pubblici fondamentali, attivare incentivi finalizzati all’acquisto da cui consegue, per l’erario, un ritorno economico. L’ecobonus deve essere sostituito da formule più moderne, che consentano la possibilità di detrarre completamente l’Iva per le aziende e di portare il tetto del valore deducibile a 50mila euro, ammortizzandolo al 100%. In questo modo si potrebbe contenere il calo delle immatricolazioni intorno al 21%, apportando allo Stato almeno 1 miliardo di Iva.