Nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+Regno Unito), in gennaio, sono stati immatricolati 1.135.116 veicoli, un calo del 7,4%. Inutile trovare scuse, le promozioni fatte a dicembre per smaltire le scorte sono state “urlate” anche nel mese scorso da tutte le case, pronte a svenarsi pur di vendere un’auto. Certo adesso addossiamo tutte le colpe alla demonizzazione fatta da incompetenti amministratori pubblici al diesel, alla paura del Coronavirus (l’auto rimane il mezzo di trasporto più sicuro anche da questo punto di vista), all’incertezza di acquistare un’auto elettrica. Il calo è generale in tutta Europa, il vero problema è un continente in piena crisi che se non è trainato dalla Germania e dalla Francia, crolla. E, sempre per guardare in casa nostra, cominciamo a chiedere un incontro con il Governo, lo facciano le case straniere visto che quella, ancora un poco italiana, è impegnata a vendere i suoi pezzi. Un Governo che invece di pensare all’aumento dell’Iva, dovrebbe agevolare gli acquisti di auto nuove da cui avrebbe un forte introito di Iva, chiedendo la rottamazione di un parco obsoleto. Questa è la soluzione per far ripartire il mercato, è necessario accelerare questo processo che aiuta l’industria, purificando l’aria che respiriamo.