Qualcosa si muove: grazie al fondo Gid (incentivo rivolto alle grandi imprese in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid 19) – deciso dal Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, gestito per conto del Mise – alcune imprese della filiera automobilistica, hanno ricevuto finanziamenti agevolati. Tra queste la Calearo Antenne che ha ottenuto 7,5 milioni di euro (da restituire in cinque anni) per sostenere il suo ingresso in paesi extra europei, come gli Stati Uniti, il Medio ed Estremo Oriente, per potenziare il centro ricerche che oggi si rivolge anche ai settori nautici, ferroviari, militari ed aerospaziali. Questo aiuto consentirà, oltre a difendere l’occupazione attuale, anche ad incrementarla del 20%. Il Ministro Giorgetti ha precisato che “la Calearo Antenne ha fatto dell’eccellenza dei suoi prodotti, un marchio di fabbrica apprezzato in tutto il mondo”. Sempre per arrivare a una mobilità più sostenibile, anche la società Landi Renzo ha riscosso 19,5 milioni di euro, utili per investire in nuove linee produttive da installare negli stabilimenti di Cavriago (Reggio Emilia), Torino e Vicenza e per favorire la progettazione e la commercializzazione di sistemi ecocompatibili di alimentazione a Gpl e metano. Da lunedì prossimo, 16 maggio, entrano – finalmente – in vigore gli incentivi per l’acquisto di auto e moto non inquinanti, con sconti fino a 5mila euro. Il provvedimento, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e avallato dal Ministro Giorgetti, prevede 650milioni di euro per l’anno in corso, per proseguire nel 2023 e nel 2024, in totale poco meno di due miliardi, distribuiti in 31 mesi. Una vera manna per il settore che ha registrato, in aprile, un calo delle vendite, in Italia, del 33% , che si somma a quello del primo trimestre (meno 37,1%). La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato lo stop, nel 2035, delle immatricolazioni di auto a benzina e diesel, importante segnale per la transizione elettrica dell’Europa. Francesco Naso, segretario generale dell’associazione che rappresenta i soggetti legati alla mobilità elettrica, ha precisato che le case dovranno vendere il 20% di immatricolazioni elettriche entro il 2025, il 55% nel 2030, per passare al 100% , cinque anni dopo. Le conseguenze di questo lungo stallo, legato alla pandemia, alla carenza di chip e alle conseguenze della guerra in atto, ormai si evidenziano nelle previsioni globali di tutta l’industria. Anche Toyota, la maggior casa automobilistica del mondo, pur avendo annunciato un utile netto, per l’esercizio concluso a fine marzo 2022, di ben 20,7 miliardi di euro (più 26,9%), si attende un calo dei suoi profitti, per il prossimo bilancio, almeno del 20%, dovuto ad “un aumento senza precedenti” delle materie prime e dei costi logistici.