Dodici mesi fa, nei giorni di lockdown globale, Vogue Italia andava in edicola con una copertina completamente bianca, messaggio di rispetto e assieme auspicio di rinascita, divenuto immediatamente un simbolo a livello internazionale. In quei giorni una curatrice indipendente decise in autonomia di comprare decine di copie del giornale e chiedere a un gruppo di artisti italiani di usare la cover per quello che era: una tela su cui dare forma a idee, speranze, paure, sogni. «Era l’inizio di aprile, sono andata in edicola per comprare Vogue Italia, una delle poche gioie in quel periodo difficile, e quando ho visto la copertina bianca, così simbolica eppure così aperta alla fantasia, sono rimasta folgorata. L’idea era già lì», racconta la curatrice Valentina Ciarallo.
Così, mesi dopo, la redazione di Vogue Italia si è ritrovata con 49 opere di straordinaria qualità che ha deciso di includere e raccontare nel numero in edicola dal prossimo 6 marzo, rendendo omaggio ai lavori realizzati sullo spazio bianco della cover. Lo stesso spazio bianco che oggi Francesco Bonami, il più importante critico d’arte italiano, descrive in un intervento nel numero come forza e debolezza insieme ma anche imprescindibile blocco di partenza che esalta (o atterrisce) chi vuole pensare qualcosa che non c’era. E nel periodo più “nero” del mondo, un simbolo di speranza.
E alla creatività in tutte le sue forme è dedicato il numero di marzo delle 27 edizioni del magazine. La comunità internazionale di Vogue ha scelto infatti di lavorare nuovamente su un tema condiviso, come fatto con la “speranza” lo scorso settembre.
“Per noi di Vogue Italia creatività vuol dire costruire progetti di cui la moda, con la sua capacità di parlare a un pubblico immenso, è mezzo e non fine. Progetti che hanno un senso nella misura in cui portano significato, e se possibile danno un piccolo contributo concreto a formare una società più giusta, più sostenibile, autenticamente inclusiva. Poiché proviamo a farlo ogni mese, ogni giorno sui nostri canali digitali, questa volta abbiamo voluto invece mettere al centro e rendere il giusto merito alla creatività non nostra, ma di amici e collaboratori del giornale”, scrive nel suo editoriale il direttore Emanuele Farneti.
Così nelle pagine del numero si raccontano i talenti degli artisti che più di frequente hanno lavorato con Vogue Italia in questi mesi in cui la creatività è stata una scelta per molti versi obbligata. Ancora una volta disegnano il presente: Falk Gernegross, Delphine Desane, Tschabalala Self, Cassi Namoda, Paolo Ventura, Andrea Rossi, Vanessa Beecroft e Allison Zuckerman.
La copertina e i servizi di moda sono tutti dedicati a modelle che, oltre al lavoro di fronte alla macchina fotografica, hanno uno speciale talento creativo. C’è chi dipinge, chi suona il piano, chi scrive, chi recita, chi fotografa. Tra queste: Saskia de Brauw, Binx Walton, Lily Aldridge, Dilone, Lulu Tenney, Tao Okamoto, Julia Nobis, Hanne Gaby Odiele, Toni Smith, Jessie Li, Soo Joo Park, Benzo e Sasha Pivovarova. L’iconica modella danese Freja Beha Erichsen debutta anche nei panni di fotografa, firmando per Vogue Italia una serie di poetici autoritratti.