I vaccini. Il DDL Zan o una qualsiasi scelta del Governo. L’inginocchiamento dei calciatori italiani in solidarietà al movimento Black Lives Matter. La pubblicazione del video della funivia del Mottarone. Sono solo alcune delle questioni sulle quali, nelle ultime settimane, l’opinione pubblica si è divisa a metà. E senza sfumature. Tutto questo avviene perché la formazione dei giudizi è legata agli slogan degli opinion leader (politici, influencer e così via) oppure alla sola lettura dei titoli dei giornali.
Per questo il 30 giugno Wired Italia insieme all’agenzia di comunicazione TBWA\Italia lancia una provocazione, #senzatitolo: per 24 ore tutti gli articoli che verranno pubblicati su Wired.it saranno titolati così: “Questo articolo non ha titolo”. Un modo per invitare i lettori a non restare sulla superficie, ad approfondire. Gli slogan – come i titoli – spesso sintetizzano e banalizzano questioni complesse su cui i cittadini sono chiamati a farsi un’idea. A tutto questo vanno aggiunti i meccanismi tipici delle piattaforme social e del clickbaiting. Dietro ai pollici alzati, ai cuoricini e alle varie emoji c’è infatti un’enorme (e spesso dannosa) semplificazione delle discussioni che elimina quella complessità di cui sono fatti il mondo e le sue vicende.
Su questi temi è incentrato il numero di Wired in edicola, dedicato all’eccessiva polarizzazione delle discussioni che nascono e si diffondono online.
“Sappiamo benissimo che i titoli sono fondamentali per un sito di news o un giornale: aiutano i lettori a orientarsi a scegliere cosa leggere. Quindi non vogliamo dare alcuna lezione di giornalismo. Ma per oggi vogliamo privilegiare la complessità delle questioni che affrontiamo. Ben consapevoli ovviamente che molto spesso è importante avere opinioni nette. Sulla vaccinazione e sul DDL Zan, solo per citare due esempi, qui a Wired abbiamo le idee chiare e siamo in entrambi i casi favorevoli. Ma è importante che il giudizio sia consapevole e arrivi quindi dopo un approfondimento. Perché tra i principali compiti di un organo di informazione come è Wired c’è quello di contribuire a un sano sviluppo della discussione pubblica. E oggi il nostro contributo vuole essere questo”, afferma Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia.